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In tempi antichi era credenza che in un inghiottitoio delle Alpi bellunesi, noto con il nome di Bus de la Lum (Buco della Luce), vivesse un clan di temibili streghe, da qui il nome: Streghe del Bus de la Lum
Erano descritte come donne orrende e feroci, con chiodi arrugginiti al posto dei capelli, zanne al posto dei denti e artigli; uscivano di rado dal buco per foraggiare o pulire i panni e, se incontravano un bambino lungo la via, lo trascinavano con loro nella voragine per poi mangiarlo.
Durante le notti d'estate, nel Bus de la Lum, si possono scorgere dei fuochi fatui, fiammelle causate dal processo di putrefazione delle bestie cadutevi all'interno; i pastori locali tuttavia credevano che queste luci fossero il falò delle streghe riunite nelle profondità della terra.
Nel 2021 in Australia sono state scoperte tre nuove specie di coleottero alle quali è stato dato il nome di Articuno, Zapdos e Moltres.
Il professor Darron Pollock e il ricercatore Yun Hsiao hanno scelto di battezzare i coleotteri, del genere Binburrun, come i tre Pokémon leggendari di Kanto a causa della loro estrema rarità.
Hsiao ha commentato che è stimolante connettere la cultura popolare con la biotassonomia, e che ciò potrebbe aumentare l'interesse per la conservazione della biodiversità delle specie, presente sul nostro pianeta quanto nell'universo Pokémon.
Nell'Antica Roma per poter diventare un arciere dell'esercito era necessario riuscire a vedere la stella Alcor, vicina al Grande Carro, ad occhio nudo.
Il Grande Carro aveva una grande importanza nell'antichità, e fungeva come test per la vista. Infatti Mizar, la seconda stella nella foto a partire da sinistra, è vicina ad un'altra stella, Alcor, più difficile da scorgere. Chi riuscisse a vedere quest'ultima ad occhio nudo era quindi considerato idoneo per divenire un arciere nell'esercito dell'Antica Roma.
Il Grande Carro era importante anche per i navigatori, dato che partendo dalle sue due stelle Dubhe e Merak è possibile trovare la Stella Polare, che indica il Nord.
Tra il 1485 e il 1551 il Nord Europa, ed in particolare l'Inghilterra, fu colpito da una misteriosa epidemia denominata sudor anglicus (“sudore inglese“).
La malattia uccise migliaia di persone, tra le quali molti nobili, come il figlio (ed erede al trono) di re Enrico VII, e i due giovani duchi di Suffolk (nell'immagine) morti nella stessa giornata.
I sintomi (sudorazione profusa, dolori articolari, spossatezza estrema) si manifestavano improvvisamente, e la morte molto spesso sopraggiungeva in poche ore; sebbene le cause siano ancora sconosciute, molti studiosi hanno ipotizzato che alla base dell'epidemia ci possa essere un hantavirus. In ogni caso la malattia scomparve improvvisamente nel 1551 per non ripresentarsi più.
Nel 1853, presso il comune di Piovene Rocchette, fu commissionata una villa dai nobili Innocenzo Fraccaroli e Lucia Verlato, progettata dall'architetto Antonio Caregaro Negrin, come nuova residenza per la coppia.
La magione non fu mai ultimata per motivi sconosciuti e sinistre dicerie iniziarono a dilagare: secondo i popolani, durante la costruzione, una pesante trave cadde su una bambina (forse figlia di un operaio) uccidendola sul colpo; da allora il suo spettro infesterebbe la villa, piangendo di aver perso la vita e la famiglia.
La leggenda fu anche supportata da un ulteriore pettegolezzo: il Fraccaroli era ritenuto alchimista e adoratore del Demonio che, con l'intento di creare una villa isolata dove praticare i suoi loschi riti, avrebbe attirato spiriti maligni e provocato la morte della bambina, da qui nasce il mido del fantasma di Villa Fraccaroli.