Il fascino del folclore e delle credenze popolari è un tesoro ricco di storie misteriose e tradizioni radicate nella cultura di tutto il mondo.
Questi racconti affondano le loro radici nell’immaginazione umana e nella necessità di dare spiegazioni a fenomeni inspiegabili, creando così un ricco patrimonio di leggende, miti e superstizioni.
In questo viaggio nell’oscurità e nella meraviglia del folclore, esploreremo alcune delle credenze più affascinanti e iconiche che hanno catturato l’immaginazione dell’umanità per generazioni.
Da creature mitiche come i draghi e le sirene a spiriti e fantasmi che infestano luoghi misteriosi, il folclore offre una finestra sulle paure e le speranze che hanno guidato le comunità nel corso dei secoli.
Scopriremo anche come queste credenze abbiano influenzato la cultura popolare, l’arte e persino la religione, creando un ricco tessuto di significati e riti che persistono ancora oggi.
I Caddos Birdes
Nel Folklore Sardo, i Caddos Birdes sono piccoli cavalli dal manto verde così rari e difficili da trovare che, per antonomasia, designano un qualcosa difficile da trovare o molto raro.
Due sono i principali miti riguardanti i Caddos Birdes. Il primo narra che l'unica persona in grado di domarne uno sia il "Re Pastore".
Il secondo invece, narra di come un pescatore ricevette una benedizione dai cavallini verdi per lui e per la sua famiglia, lasciando come segno della benedizione un'impronta sulla roccia viva, a Monteleone Rocca Doria.
Accabadora
S'Accabadora, o sacerdotessa della morte, è uno dei casi in cui le leggende del folklore si intersecano con la realtà.
Il suo compito era quello di accompagnare chi, nonostante avesse già ricevuto l'estrema unzione, non riuscisse a trapassare rimanendo agonizzante in attesa della morte. Solamente in questi casi si usava chiamare la Accabadora, una donna vestita interamente in nero con un velo che le copriva il volto.
Non si hanno fonti certe su le dinamiche del rito che si presume fosse in primo luogo molto spirituale. La donna toglieva tutti i simboli sacri dal capezzale e dal corpo del moribondo capaci di trattenere l'anima ancorata al mondo terreno; se questo non fosse bastato la Accabadora sarebbe invece passata all'uso de su mazzoccu, uno strumento in legno di olivo con due estremità orizzontali che veniva utilizzato come un martello per colpire al petto oppure al collo la persona agonizzante ponendo fine alla sua vita.
I Vampiri di Trani
Nel 2001 a Trani nello scavo di un villaggio dell'età del Bronzo e del Ferro (quindi circa 2800 anni fa) sono state scoperte delle tombe ospitanti dei sepolti in posizione prona, con un macigno addosso, così che non potessero più rialzarsi.
Sembra quindi naturale la città abbia poi ospitato l'autore di uno dei primi trattati sul vampirismo (1739, pubblicato postumo nel 1774), apprezzato dal Papa Benedetto XIV: è lo stesso arcivescovo di Trani, Giuseppe Davanzati, ritenuto un uomo colto e lucido, i cui interessi spaziavano dal folklore all'astronomia.
È il periodo in cui le voci dalla Cecoslovacchia accendono l'immaginario di tutta Europa con i roghi dei cadaveri sospettati di esser vampiri. Lo stesso civilissimo Regno Unito promulga nel 1823 leggi contro la violenza sui cadaveri per contenere il fenomeno.
L’orco Nanni
L’orco Nanni, noto anche come “Lu Nanni Orcu”, è una delle più antiche creature del folklore salentino, e protagonista di molte storie e leggende locali.
Viene descritto come un orco alto quasi tre metri, dal pelame folto e dalla pelle dura come una corazza.
Parla una lingua sconosciuta agli umani, ama cibarsi di donne e bambini, e vive nelle grotte della ormai perduta foresta dei Paduli assieme ad altri orchi suoi simili, con i quali forma vere e proprie comunità.
In caso l’orco Nanni dovesse attaccare, esistono due metodi per metterlo fuori gioco: lanciargli in faccia una manciata di polvere di papavero arcobaleno, così da farlo starnutire per un'ora, o solleticarlo con una piuma di gazza ladra perché si sbellichi dalle risate.
Il Servan
Il Servan è un genere di folletto del folklore cuneese, simile al Barabio nell’aspetto ma di natura bonaria e scherzosa.
Si dice avesse poteri magici in grado di renderlo invisibile o donargli una forza erculea, che perlopiù impiegava nel giocare tiri mancini a coloro che erano scortesi con lui.
Al contrario, se al cospetto di una bella fanciulla, adottava modi molto galanti e premurosi, arrivando addirittura ad aiutarla a sbrigare le faccende di casa in cambio di un po’ di compagnia.
A volte, poteva capitare che un Servan scambiasse uno dei suoi cuccioli con un neonato nella culla, per poi restituirlo qualche tempo dopo; questi bambini venivano chiamati “i barattati”, e si pensava che, dato il tempo trascorso con delle creature magiche, avessero acquistato il dono della chiromanzia.
Attraverso racconti di streghe, fate, creature dei boschi e maledizioni, ci immergeremo in un mondo di magia e meraviglia che è stato tramandato di generazione in generazione.
Il folclore non è solo una fonte di intrattenimento e di spavento, ma un modo per esplorare le profondità della psiche umana e la complessità delle società in tutto il mondo.
Unisciti a noi in questo viaggio attraverso le nebbie del tempo e dello spazio mentre esploriamo il meraviglioso mondo del folclore e delle credenze popolari, dove il confine tra realtà e immaginazione diventa sottile, e le storie continuano a vivere nel cuore e nella mente di tutti noi.
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